Chi sono
Sono cresciuta a Milano e dopo un’infanzia e un’adolescenza tranquille, decido di iscrivermi alla Facoltà di Filosofia dell’Università di Urbino.
Lasciata Milano e il nido, entro in contatto con un mondo più ampio e vario, e il pensiero finalmente libero da schemi vola e si mette alla prova, assecondando una sete antica di libertà e confronti.
Arriva la laurea e il mio viaggio di fine studi: come meta scelgo l’India.
Il colpo di fulmine è istantaneo.
Mi ubriaco di colori, di odori e di suoni, di visi e di paesaggi distantissimi da quelli del mondo occidentale, eppure intimamente connessi a me, così imprescendibilmente miei, da farmi decidere di tentare la mia rivoluzione.
Voglio inventarmi un lavoro che mi consenta di tornare ogni anno e di vivere alcuni mesi a contatto con il Paese e il popolo che mi hanno folgorata e da cui sento di avere tanto da imparare.
All’inizio riporto in Italia molti ricordi di viaggio. Sono braccialetti, sciarpe e vestiti che rivendo alle amiche.
Dall’esportarli al disegnarli il passo è breve: inizio così a integrare i modelli estivi che compro in India con giacche e gonnelline invernali, usciti dalla mia fantasia con l’aiuto della matita.
Il passo successivo è disegnare da me l’intera collezione e farla realizzare in India, con i cotoni e le stoffe locali, dalle fantasie vivacissime e inconfondibili.
PoonamDress significa “vestito della luna piena”. Su ogni etichetta trovate dichiarato il mio intento: “Fatto con amore e ispirazione”.
Poonam è il mio nome indiano: mi è stato rivelato dal Maestro spirituale dell’Ashram arroccato sulle montagne dell’India del Nord. Ogni primavera nell’Ashram si celebra il festival spirituale di Navaratri, dedicato alle divinita’ femminili in tutti i loro aspetti. In questa occasione ho ricevuto il mio nome come un regalo che mi ha permesso di capire intuitivamente dove rivolgere le mie energie, per realizzarmi e centrare il mio compito di vita.
La mia filosofia
La mia idea è fare abiti e vestiti che parlino delle donne, dell’incontro tra India e Italia, tra Oriente e Occidente. I tagli e modelli sono vicini al nostro gusto e arricchiti dall’uso di bellissime stoffe indiane, spesso colorate e stampate a mano.
Nei miei ripetuti viaggi nel Paese, incontro persone diverse con cui lavoro e, col cuore, opero una prima selezione: individuo chi potrà aiutarmi a realizzare i miei capi.
La mia percezione è che, se i vestiti saranno confezionati con cura e attenzione, cuciti con devozione, la cosa sara’ palpabile anche da chi, i vestiti, li andra’ a indossare.
In cambio mi impegno in un commercio equo solidale, in cui offro ai miei compagni di lavoro una retribuzione equa per garantire loro uno stile di vita dignitoso.
Gli indiani sono grandi Maestri, a loro devo la mia crescita spirituale, a loro voglio restituire qualcosa in cambio attraverso il mio lavoro.
I miei vestiti parlano della donna e vogliono valorizzare la donna in tutti i cicli, le fasi e gli aspetti della sua vita, proprio come accade per la luna.
Che sia nera, che sia falce, che sia spicchio, o che sia piena, la luna non smette mai di incantarci e di esprimere la sua bellezza e la sua forza femminile.
I miei vestiti
Due sono le principali caratteristiche delle mie creazioni: femminilità e originalità.
Cerco sempre di creare qualcosa che valorizzi il femminile in tutti i suoi aspetti.
La mia sfida è inventare diversi vestiti per i diversi volti della donna.
Abiti che sappiano alludere alla seduttività, ma anche a una femminilità più innocente o timida, o a una donna più rotonda dalla femminilità più consapevole e matura.
E mi piace pensare che anche la stessa donna possa, in momenti diversi, desiderare di esprimere attraverso il proprio abbigliamento aspetti differenti ma complementari di sé.
Noi donne conosciamo bene il potere del cambiamento e della trasformazione, li sperimentiamo all’interno del nostro corpo ogni mese.
Se il vestito è comunicazione, perché non farne anche uno strumento espressivo cangiante?
Per questo ho avuto l’idea del Moody Dress, o “vestito multiuso”: in un solo capo in stoffa, una sola spesa e un solo spazio in valigia, ho concentrato almeno dieci vestiti diversi, ovvero dieci diversi modi di indossarlo, dieci diversi modi di esprimersi.
Lo stesso vale per il “pantalone trasformista”: che può essere indossato come un pantalone, ma anche trasformato in una gonna palloncino, in una tuta, in una maglia o perfino in un miniabito.
Da sempre, per intima attitudine, pongo molta attenzione alla scelta dei colori e dei loro accostamenti . Adoro i vestiti in nuances: rosso e marrone, arancio e bruciato, verde bosco e verde prato, turchese e cobalto, viola e lilla sono la mia personale tavolozza.
Uso tessuti il più possibile naturali: cotoni e viscose, quest’ultime ricavate dalla polpa delle piante, lavorate dunque attraverso un processo artificiale, ma di base naturali.
Dall’India all’Italia, sogno e realizzo vestiti coloratissimi e luminosi, morbidi e naturali come i petali dei fiori, che aiutino ogni donna a esprimere quanto è celato nel suo intimo e aspetta solo di essere portato alla luce, valorizzato e mostrato al mondo.
Ogni stagione ha i suoi colori e la sua necessità, proprio come ognuno dei miei vestiti ha la sua ispirazione e una donna nata per indossarlo.